Una questione di precarietà

di angela nicolosi

Approfitto del tuo LiotroBlog, caro Ale, per condividere con te e i tuoi amici la preoccupazione mia e dei colleghi precari della scuola rimasti, a causa dei tagli Tremonti-Gelmini, senza posto di lavoro, malgrado i tanti anni di professionalità esercitata nella scuola pubblica. Dopo nove anni di presenza nelle graduatorie, nonostante i quattro anni di scuola privata (sigh) e i cinque di pubblica (lavorando tutto l’anno) in previsione della stabilizzazione, mi trovo oggi senza lavoro, senza stipendio, senza funzione sociale, a 38 anni, con una laurea in Lettere che a Catania non mi dà possibilità di riciclo in diversi ambiti lavorativi (posto che alla mia età sia giusto farlo/posto che alla mia età sia giusto emigrare al nord, dove tra l’altro non mi vogliono). Ci tengo a informare (visto che i giornali non lo fanno) che i contratti di disponibilità sbandierati come soluzione del problema sono troppo pochi per riuscire a coprire le esigenze di tutti e che anzi, intasando le graduatorie d’istituto, impediranno di fatto ai precari “più giovani” (tra cui io, malgrado i nove anni!) di lavorare. Spero con questa di diffondere e rendere partecipi tutti di un allarme sociale che coinvolge non solo i professori (persone che hanno studiato, che si sono abilitate, che hanno cercato di fare il loro dovere e che ora rimangono disoccupate chissà per quanto tempo), ma che riguarda ogni italiano, dal momento che i tagli della Gelmini debilitano la scuola pubblica. Perché non è che noi precari siamo superflui (gli insegnanti rappresentano l’unica risorsa in una scuola sgangherata, priva di mezzi tecnologici, di aule e spazi adeguati o sicuri), è che la scuola e l’istruzione non sono per questo governo una priorità (come, a mio avviso, in ogni paese che si dice sviluppato dovrebbe essere). Dispiaciuta ma non rassegnata, ringrazio tutti gli amici per l’attenzione, invitandoli a partecipare alla manifestazione di Roma del 3 ottobre 2009.